Mi sono affacciata al mondo dei blog e della scrittura un sacco di anni fa, quando stavo col mio ex ed ero, allo stesso tempo, incasinatissima e annoiatissima dalla vita.
Aprii questo primo blog parlando sostanzialmente della mia storia d'amore e delle piccole sciocchezze che mi succedevano, aprendomi pian piano grazie alle splendide persone che stavo imparando a conoscere.
Anche il mio ex era a conoscenza del mio blog, anzi, di tanto in tanto lo leggeva.
Poi successe che, dopo tre anni, realizzai che la storia con lui non aveva futuro. Non fu un'illuminazione divina, fu una semplice presa di coscienza di quello che sapevo già fin dall'inizio: non era l'uomo della mia vita, e per quanto affetto provassi, non era vero Amore.
Così aprii un secondo blog, per esternare appunto quello che stavo provando e per poter parlare liberamente della mia sbandata per il celeberrimo Barista Abbelloculo.
Prima che succedesse qualsiasi cosa col nostro affascinante eroe dalle natiche d'acciaio, andai dal mio ex e gli dissi che era finita. Lui non ne volle sapere, e propose una pausa di riflessione di un mese; io non ho mai creduto alle pause di riflessione, ma pensai che almeno questo glielo dovevo. Dopo due settimane gli ribadii che per me era finita, che la settimana successiva sarei partita per una vacanza con la mia amica Bob, e che doveva farsene una ragione. Gli buttai lì che avevo pure cancellato il mio primo blog, quello che parlava di noi due, giusto per sottolineare il fatto che per me la storia era proprio chiusa. Lui mi implorò di aspettare ancora un pò, di andare in vacanza, e lì, lontano da stress e pensieri vari, di rifletterci meglio. Ancora una volta protrassi (inutilmente) la sua e la nostra agonia, come a voler dare un soffio d'ossigeno ad uno coi polmoni pieni d'acqua e che sa già di stare inesorabilmente affogando.
Nel bel mezzo della mia vacanza, mi contattò dicendo che aveva trovato il mio secondo blog, quello segreto, quello che diceva che la sera prima di partire mi ero limonata il Barista.
Una volta tornata, non negai nulla, anzi, m'inventai che c'ero proprio andata a letto col Barista, con la speranza di chiudere con quell'agonia, e quando, dopo un primo momento di sdegno, mi disse che mi perdonava e che voleva stare con me a tutti i costi, fui colpita da una Vera Illuminazione Divina: l'ultima cosa che volevo nella vita era un uomo completamente privo di spina dorsale.
Cancellai anche quel secondo blog, me ne stetti buona buonina per un mesetto o due, e poi non ce la feci più, ne aprii un terzo, allegro, frizzante, e ricco delle centinaia di avventure da single-dopo-tre-anni-che-ora-m'importa-solo-delle-mie-amiche-e-di-fare-tanta-festa.
Il mio fantastico ex, che non si rassegnava ad avermi perduta, si trasformò in un uno stalker del nuovo millennio: rintracciò il mio blog, si creò un nick name, aprì un blog dove i post erano puro delirio di una vita totalmente inventata (viaggi all'estero, weekend romantici con la fidanzata, vita felice e appagante), e, manco a dirlo, divenne mio follower e assiduo commentatore del mio blog.
Io, che non sono scema, a brevissimo cominciai a sospettare che c'era qualcosa che non andava: prima la brutta sensazione che mi dava leggere i suoi commenti e i suoi post, poi alcune strane coincidenze, e infine la prova lampante. Una volta smascherato, l'ho fatto uscire definitivamente dalla mia vita, dato che fino ad allora, in quei quattro mesi, ci eravamo ripromessi di rimanere amici.
E dalla mia vita è uscito, senza rimpianti, senza rimorsi, senza 'ma chi me l'ha fatto fare', senza particolari ricordi piacevoli ma neanche spiacevoli. Non mi ha lasciato rammarico, fastidio, malinconia, tenerezza e men che meno rabbia. A distanza di quattro anni posso dire con lucidità che quella relazione mi ha lasciato il nulla.
Se non una cosa.
Mi ha tolto la libertà di espressione nel mondoblog.
Ancora oggi non riesco a prendere in mano una tastiera e sfogarmi come facevo allora, scrivendo tutto quello che mi passa per la testa, i miei patemi d'animo, le cose che mi succedono, sapendo di trovare persone che sanno ascoltarmi, sanno incoraggiarmi, sanno consolarmi. Mi serve, ma non ce la faccio, e non è una ferita che scotta, è una cicatrice messa in bella mostra che mi ricorda costantemente che non posso fidarmi di niente e di nessuno.
Ed ecco che non riesco a scrivere che non sto passando un bel periodo con l'unica persona che abbia mai amato, che le sue parole dette con il sangue alla testa mi fanno del male, ma che mentre le dice i suoi occhi mi implorano di amarlo come non ho mai fatto fino ad ora. Non posso dire cosa sta succedendo, solo dire che non è bello.
Non riesco a scrivere che sono preoccupata, tanto preoccupata per la mia famiglia del finto Mulino Bianco, non posso dire perchè, non posso chiedere dei consigli, posso appoggiarmi solo a me stessa.
Non posso parlarvi di una faccenda che mi tarla l'anima da tre anni, che da troppo tempo mi sta dando tanta rabbia, tanta delusione, e ho paura di dove queste sensazioni mi porteranno.
Non ho voglia di scrivere dei miei progetti, della fatica che sto facendo per realizzarli, degli ostacoli che sto incontrando.
E son cose che nella vita a 3D continuo a soffocare con tutti, perchè io sono la bella e felice Candy, con un marito fantastico, un lavoro da sogno, una vita piena e invidiabile.
Che poi è così eh, il CM è il mio Principe Azzurro in tutti i sensi, sono appagata e contenta da quello che faccio dal mattino alla sera, semplicemente ho i miei problemi come tutti.
Quello di cui mi sto lamentando è il non potermi sfogare con niente e nessuno, nè qui, nè altrove, quando la trovo una cosa importantissima, perchè, come dice Rose, '
il cuore di una donna è un oceano di segreti', ma come dico io, che fatica tenerli ben chiusi: a volte quando piove incessantemente per qualche settimana, è necessario aprire una breccia nella diga, o si rischia seriamente che crolli tutto.
Come dice invece Zucchero, scusate, ma oggi la vedo nera.