martedì 2 settembre 2014

Ti saluto, Blog, vado a finire di vivere

La mia vita amorosa si può riassumere brevemente in 3 grandi periodi: la fanciullezza, la stupidità, il Vero Amore. (Non annoveriamo -vi prego!- i numerosi flirt avuti prima, e dopo, l'uno e l'altro, se no dovremmo stare qui sino a Natale.)

Avevo vent'anni, anzi meno, qualche ragazzino, frequentazioni di poco conto, ma ero abituata a schioccare le dita e avere quello che volevo. Ovvio che, appena mi sono trovata davanti a quello che aveva già la morosina (lei, peraltro, conviveva con un altro, quindi non chiamatemi sfasciafamiglie), che mi prendeva per gioco ma che non s'innamorava mai di me, mi sono incaponita e ci ho filato dietro finchè non gli ho sentito dire un passionale 'ti amo', catarticamente nello stesso momento in cui ho capito che non me ne fregava niente. Peccato che nel frattempo fossero passati due anni, che avessimo coinvolto le famiglie e che (maledettissima quella volta) avessimo aperto un'attività insieme.
Capii di aver fatto un'enorme cazzata, di quelle che solo a 22 anni con tanta confusione in testa puoi fare, di quelle che ti fanno precipitare in un baratro apparentemente senza uscita, di quelle che ti fanno crescere velocemente, ma così facendo non lo riesci a fare bene. Di quelle che ti fanno fare tante cose stupide, perchè stai talmente male che non sai che altro fare.

Tra queste cose stupide devo includere il mio secondo fidanzatino, perchè è stata effettivamente una cosa stupida, almeno da parte mia. Avevo bisogno di un caposaldo nella bufera che stavo vivendo da ormai due anni, avevo bisogno di poter dire 'almeno una cosa nella mia vita va bene'. Così ho scelto la persona più indicata per lo scopo, un ragazzo debole e senza carattere che però fosse un porto sicuro dove rifugiarmi ogni volta che ne avevo bisogno. L'amore non c'entrava, l'amore non esisteva, l'amore era una grande bugia. Ma almeno mi sono illusa di sentirmi al sicuro per un pò.
Per il tempo sufficiente per uscire dall'incubo in cui mi ero cacciata, per lo meno.

Passano un paio d'anni, forse tre, era un periodo nebuloso e il mio cervello ne ha cancellato gran parte. Quello che ricordo bene, è stato il momento esatto in cui ho detto 'basta'. Erano passati circa 10 mesi da quando finalmente ero riuscita a liberarmi del mio ex, dalle sue angherie, e dell'attività che svolgevamo assieme, e da allora ero scivolata pigramente da un lavoro saltuario all'altro lasciandomi trascinare dalle persone, dagli eventi e dalla mia attuale, insulsa relazione. Vedevo la mia vita come uno spettatore esterno la guarda comodamente seduto in un cinema, eppure non avevo la forza di fare nulla, sembrava che tutti quegli anni passati a soffrire mi avessero risucchiato tutta la riserva delle mie forze.

Ma ero triste, ero tremendamente triste, e io non tollero di essere triste. Anche nei momenti più bui della mia esistenza, ho sempre pensato che la vita è una sola, e che è da coglioni passare anche solo un giorno senza un motivo per sorridere. E se questo motivo non c'è, bisogna crearselo. Odio le persone che si lamentano in continuazione della loro vita di merda, ma che continuano a viverla senza fare niente come un'ameba, e io stavo diventano una di queste.

Ecco, era un giorno di inizio maggio del 2008, ed è stato in quel momento che ho detto 'basta, creiamoci il motivo per sorridere'.
Per prima cosa ho mollato il ragazzo debole e inutile, perchè sapevo che potevo farcela da sola.
Ho mollato il posto di lavoro in cui andavo da 5 mesi, e in cui da 4 mesi e 29 giorni mi facevano un mobbing serratissimo perchè lasciassi il posto libero alla figlia del titolare.
Ho conosciuto un imprenditore del mondo dell'oro nonchè mio titolare in una maniera che racconterò solo nella mia autobiografia che verrà pubblicata postuma (e ora tutti a pensare le peggio cose, vi vedo....rido e vi lascio con la suspance).
Ho cominciato un nuovo, meraviglioso lavoro che tra alti e bassi (non esiste NIENTE di perfetto!) continuo ancor oggi.
Sono andata a vivere da sola.
Ho cominciato a fare la single selvaggia.
Sono rinata.

Un anno dopo quel giorno di maggio, incontro il Vero Amore.
Per la prima volta in vita mia conosco un uomo sentendo di avere una mia base personale solida e per nulla confusa, in cui mi sento una giovane donna con le idee chiare, che finalmente sa quello che vuole e che sente di avere tutte le possibilità per averlo. A parole non ero aperta ad una relazione duratura, in realtà la mia stabilità interiore così duramente costruita mi rendeva propensa a sistemare anche quell'ultimo tassello. Nonostante le mie ritrosie, mi innamoro nel tempo di un weekend, ampiamente ricambiata dall'Uomo Perfetto. Non perfetto nel senso di perfetto, badate bene, ma perfetto per me. Un uomo forte, carismatico, protettivo, capace di forti passioni ma riflessivo al limite della spiritualità.

Da quel weekend siamo inseparabili.

Il nostro amore dura da più di 5 anni, in mezzo c'è stata una proposta, e un sì di un giorno di agosto, e nonostante ci sia stata un sacco di 'vita' nel frattempo, 'vita' intesa come cose belle, cose brutte, cose normali, cose emozionanti, cose bellissime e cose bruttissime, tanta felicità e tanta difficoltà, di tutti i tipi, nonostante tutta questa 'vita', io mi sento come incollata a quest'uomo (per me) bellissimo, perchè tutto quello che è successo nel frattempo non ha fatto altro che trasformare il nostro amore in un Amore profondo e cementato nell'anima. Il matrimonio, o semplicemente il rapporto di coppia non si vive, si costruisce, lo si lavora e lo si cura giorno per giorno, altrimenti alla prima folata di vento crolla tutto. Noi lo abbiamo imparato sulla nostra pelle, spinti dal sentimento grande che ci lega, e ora che lo sappiamo, cerchiamo di farlo ogni giorno della nostra vita assieme.
Per questo lo chiamo Vero Amore. Perchè lui si impegna forse più di me. Perchè lui ci crede, in noi. Perchè lui mi ama. Perchè in realtà non esiste più un 'io' e un 'tu'. Esiste solo un 'noi'.
E come per tutte le storie a lieto fine, ne ho uno anche per questo post: dopo 5 anni di noi, dopo esserci vissuti, amati, costruiti, abbiamo deciso di creare qualcosa di nuovo, di regalare qualcosa di noi al mondo, un pezzo del nostro amore.
Il prossimo anno arriverà il nostro primo bambino, un piccolo confettino azzurro voluto, cercato e amato fin dal primo istante.
Temo fortemente che sarà il mio nuovo 'uomo della mia vita', anzi più che altro lo teme mio marito, ma come gli dico sempre, io sono nata per dare amore, ce ne sarà per tutti ;)

Chiudo definitivamente il mio blog con questo post. Anzi, i miei blog, perchè prima di questo ce ne sono stati altri, che hanno raccontato tutto quello che ho riassunto in queste righe, voglio chiudere virtualmente anche loro con questo ultimo scritto. Mi sembra un ottimo modo per chiudere il cerchio, per concludere una parte di vita, la mia giovinezza, che se ne è andata definitivamente con questo mio diventare mamma. Non scambiate per nostalgiche le mie parole, non rimpiango il fatto che questo capitolo sia chiuso, perchè il mio presente è forse ancora più splendido, semplicemente, come è finita l'adolescenza e l'andare a scuola in maniera del tutto inconsapevole (chi se n'è veramente accorto??), finisce anche l'essere giovani, scemi e felici in maniera folle.

Una buona vita e un abbraccio a tutti.
Barbara.

martedì 21 gennaio 2014

Pettegolezzi

Non volevo fare pettegolezzi veri e propri in questa sede, quindi se siete qui perché siete stati attirati dal titolo del post nella speranza di gustare qualche chicca su personaggi più o meno famosi mi sa che ne uscirete delusi.

Volevo dire un attimo la mia sul pettegolezzo in sé, sul fatto che da che mondo è mondo, uomini e donne si nutrono di chiacchiere su questo o quel altro, più o meno conosciuti, forse anche per riportare una mera notizia, e che non è poi tanto strano 'parlare di'.

Riflettevo ieri, mentre ero impegnata in ben 3 chat di whazzup.
3 diversi gruppi, composti da un minimo di 3 persone ad un massimo di 7.
Tutte donne (e ciò mi perplime, poi vi dirò perché).
In un esatto momento del mio tardo pomeriggio, in tutti e 3 i gruppi, formati da un totale di 15 persone, si stava (non mi escludo) 'parlando di', e nello specifico, 'parlando male di'.
Chiamarlo 'pettegolezzo' forse risciacqua un po' la coscienza, ma il fatto sussiste: in 3 gruppi diversi si parlava negativamente di altrettante persone, non presenti (ovviamente) in tali gruppi.

Ad un certo punto mi sono resa conto di questa cosa, e me ne sono un po' vergognata.
Nel senso.
Premetto che quando 'parlo male di', penso le cose che dico, forse le esprimo in maniera poco carina, ma sicuramente riflettono il mio pensiero. Non mi faccio mai trascinare in una conversazione accondiscendendo a quello che viene scritto solo xchè tutti la pensano allo stesso modo, e allora anch'io. Io dico sempre e solo quello che penso realmente.
Però è anche vero che tantissime volte quello che penso realmente me lo tengo per me, almeno di fronte alla persona oggetto delle mie opinioni negative. Se una persona pubblica una foto di sé in facebook in cui -l'espressione, il trucco, o più frequentemente, l'abbigliamento- non mi piace, lungi da me scriverle "uau sei bellissima ma che bel vestito", però è anche vero che ancor meno scriverei "ma come cazzo ti sei conciata".
Piuttosto prendo le mie amiche, che condividono il 98% delle mie idee e dei miei gusti, screenshotto la pagina e dico loro "oh, ma avete visto questa come va in giro vestita".
Io mi sono un po' vergognata di ciò xchè in primo luogo stavamo parlando di creature che avrebbero bisogno di un serio aiuto, o semplicemente di uno specchio, e poi xchè non mi sono piaciuta, lì, a fare la velenosetta in ben 3 conversazioni. Ecco, magari una alla volta.

Ovviamente stiamo parlando di situazioni frivole.
Nel momento in cui vedo atteggiamenti sbagliati, o leggo, o sento, qualcosa di serio che non mi piace, il mio pensiero lo esprimo eccome, magari semplicemente con un "non sono d'accordo, ma fortunatamente per te viviamo in un Paese libero".

Vero è che del 90% delle persone, di quello che fanno e dicono e di come vivono la loro esistenza su questa terra, non me ne frega un'emerita mazza. Davvero. Ecco perché spesso non esprimo le mie opinioni, perché in fondo non ne vale la pena, per me.
Però è divertente criticare gli outfit!
Ecco, ci sono ricascata.

Dicevo, mi perplime che siano sempre le donne che criticano (solitamente) le altre donne.
Mi perplime perché, di fatto, il mio compagno, che sembra essere al di sopra di qualsivoglia pensiero negativo sulle persone (dico sembra, di fatto ne ha più di tutti noi messi assieme, non gli vado quasi bene neppure io, pensa te. Il fatto è che non lo dice, i pensieri negativi gli rimangono belli ermetici nel cervello e non gli scendono nella gola neanche con l'Active Plus), odia profondamente questo mio essere talvolta 'chiacchiericcia', e quasi me ne impedisce l'attività, sottolineando la cosa con un irritante "voi DONNE dovreste imparare a farvi i fatti vostri". Come se gli uomini non lo facessero mai!
Ma della guerra fredda tra Marte e Venere parleremo un'altra volta.

Voi trovate così deplorevole l'attività della critica gratuita?
In spiaggia guardate una taglia 42 con le tette a punta e la fronte perfettamente asciutta col sorriso, o vorreste avere una pistola elettrica a portata di mano, e in mancanza di ciò date di gomito alla vostra amica portando la sua attenzione sulle smagliature quasi invisibili e sulla french che non va più di moda?
Nella compagnia degli amici del vostro fidanzato/marito, c'è qualche donna che avrebbe bisogno di conoscere l'esistenza di Zara Basic e di un semplice ma chicchissimo stivale nero, e di un bel falò di tutte le sue stampe fluo, che non siamo più negli anni ottanta, e si comincia ad entrare nella fascia dei 35, piuttosto che dei 30 (che lì ancora qualcosa si salva)? Siete amiche in FB di questa creatura e non avete mai-mai screenshottato qualche esempio del suo guardaroba alle vostre fedeli compagne di una vita commentando "guardate con chi devo uscire domani sera?" (ok questa è snob).
O più semplicemente, avete mai sfogliato 'Chi' portando una mano alla fronte pensando "ma Valeria Marini lo sa che ha 50 anni e comunque non è mai stata figa???"

Ditemi che non sono una persona così orribile.

martedì 14 gennaio 2014

Duemilatredici

Ciao.
Devo dire che, nonostante abbia cercato di sfuggire alla mania dilagante di postare la propria biografia in facebook, e avendo fallito miseramente causa curiosità felina, sono arrivata alla seguente conclusione: il 2013 ha fatto schifo un po' a tutti.

Ma nooooo dai!! E' stato un anno carino! Non ha toccato primati di godimento assoluti, ma non è stato neanche sto gran pattume. Naturalmente, parlo per me.

La mia piccola dolce Micina se l'è fatta con uno nero e pure con uno tigrato in meno di 24 ore, e sono nati 4 splendidi Miciolini piscioni paciocconi. E ciò è buono.
Otto-barra-nove mesi di intensissimo stress si sono finalmente dissolti nell'aria come il vapore di una pentola a pressione. E ciò è buonissimo.
Hanno scelto un papa muy bonito, non potete dire di no. E anche questo è buono.
Alla fine dopo che tutti continuavano a gufare che l'estate non sarebbe mai arrivata, ecco che ci arrostiamo le chiappe come in un barbecue, e che goduria tuffarsi nel mare. E finalmente, dopo più di 14 mesi di punzecchianti/minacciose/imploranti/categoriche/piangenti/minatorie/mortali insistenze, nel mio disimpegno troneggia un freschissimo (in questi giorni bollentissimo) macchinario per l'aria condizionata (in questi giorni pompa di calore). E questo è molto buono.
Ho scoperto un nuovo fondotinta fichissimo.
Sono dimagrita.
Non ho mai preso neanche una multa.
Sono sfuggita alle forze dell'ordine per ben 2 volte con successo.
Alla festa del mio compleanno c'erano due bambolotti in più.
Ho fatto taaaaaantissime volte l'amore.
Ho trovato una nuova estetista bravissima.
Ho cominciato a mangiare gli asparagi.
Mi sono rifatta la carta di credito.
Ho finito 'Anna Karenina'.
E tutto ciò è davvero moltissimo buono.

Sì, il 2013 è stato un anno sereno. Avercene. Ci metto la firma.
Ciao, all'anno prossimo.
Scheeeeerzoo!!! ;)