lunedì 28 maggio 2012

Una seconda occasione per tutto

Domenica prossima, tempo permettendo, ci sarà una festa in stile anni 50 che la sottoscritta in uno dei suoi soliti momenti di follia, ha pensato bene di organizzare nel giardino di casa.
Gonne a ruota, calzini bianchi, fili di perle, lambrette e Elvis inonderanno la nostra proprietà in un'orgia di allegria (si, dovevo fare la pubblicitaria).
In un momento di follia ancora più intensa, ho deciso che tenere il muso a chicchessia, perseverare nei vecchi (e nuovi) rancori, e tenere chiuse porte che sembravano sbarrate, è un'inutile perdita di tempo ed energie, che in fondo chemmenefrega, che arrabbiarsi con la gente è facile ma farsela passare lo è ancor di più.

Insomma, è tornata la solita Candy! Ma con un pizzico di malizia in più: se la gente non coglierà il mio rametto d'ulivo stretto nel palmo accondiscendente della mia mano, cazzi loro: io passerò definitivamente dalla parte della ragione, gli altri dal torto marcio. Tiè.

Incredibilissimo ma vero, quando il CM ha espresso l'intenzione di invitare i suoi amici, io gli ho risposto con un cordiale 'ma certo'.
'Ma certo, tipo fallo e sei morto, o certo ok va bene?'.
'Certo ok va bene'.
'Hai la febbre?'

Eh, voi non sapete i retroscena.
Riavvolgiamo il nastro a circa nove mesi fa, quando mi accingevo a convolare.

Prima di tutti chiariamo che il CM ha amici di serie A (i suoi testimoni di nozze, fondamentalmente), con cui si vede regolarmente, e si esce spesso. E amici di serie B, che ci si vede due volte l'anno, che per me son già troppe. In questo post si parlerà degli amici di serie B.

Le mie amiche, che stavano organizzando le 'sorprese' e gli 'scherzi' agli sposi, erano state chiare con gli altri amici dello sposo:
'la sposa ha decretato che nessuno può entrare in casa. La sposa è allegra e sta agli scherzi, ma la sposa pagherà una persona per pulirle casa al venerdì, in modo che la sera del sabato, giorno del matrimonio, sia in ordine per eventuali pellegrinaggi al bagno. Inoltre, la sposa si sveglierà presto la domenica mattina, dovrà preparare i bagagli in tutta fretta per partire entro mezzogiorno per la luna di miele, e non potrà sistemare eventuali danni causati dagli 'scherzi'. Inoltre, la sposa vi conosce pochissimo, o cari amici di serie B, e non ha piacere che le entrino in casa persone semisconosciute in sua assenza. Infine, se vogliamo dirla tutta, la sposa è un pò snob, e le fan cagare gli 'scherzi' che sono in uso da trent'anni a sta parte, tipo l'acqua in casa, i pesci nella vasca, la via crucis nel cortile, e stronzate del genere. Grazie per l'attenzione'.

Ovviamente, gli amici dello sposo di serie B, pure poco amati dalla sposa, che hanno sempre ricambiato abbondantemente l'inesistente simpatia con altrettanta inesistente simpatia, di nascosto dalle amiche (le effettive direttrici dei lavori assieme ai testimoni dello sposo), si sono procurati una chiave e
hanno messo una cinquantina di bicchieri di plastica colmi d'acqua nel disimpegno che divide le tre stanze del mio appartamento, che per svuotarli si è fatto un fangaio da lì al lavello della cucina;
fatto il classico 'sacco' al letto (ooooh che scherzone originale!! Ma soprattutto INUTILE: in due secondi si risistema un letto composto da un lenzuolo e un copriletto che viene tolto in ogni caso prima di dormire viste le temperature agostane), che mi ha fatto un sacco schifo al pensiero che mani estranee e non pulite abbiano toccato le mie lenzuola dove dormo;
avvolto il baldacchino col cellophane e riempito fin quasi al soffitto coi palloncini (l'unica cosa carina che avrei potuto apprezzare se non fossi stata incazzata come una biscia velenosa);
e ...sentite questa, nascoste sei sveglie puntate a vari orari della notte in giro per la stanza. Ma non tipo dietro i mobili o sopra l'armadio.
No.
NEL.
Armadio.
IN MEZZO ai miei vestiti.
NEI cassetti.
NEL mio cassetto della biancheria intima. Quello dove teniamo anche cose 'un pò private' che sappiamo solo io e il CM.
NELLE scatole sotto al letto, in mezzo ad altri vestiti, che purtroppo non posso mettere in armadio per ragioni di spazio.
In camera mia, nel Santo Graal della mia intimità e riservatezza. Gente semisconosciuta che è entrata in casa mia, ha aperto i miei cassetti e toccato le mie cose. Ho l'ascella agitata pure ora a nove mesi di distanza che ci sto ripensando.

MA io sono zen. Ricordiamolo intensamente respirando lentamente. Sono MOLTO zen. Rimuoverò, assieme all'anidride carbonica dei miei polmoni, il fastidioso ricordo di QUANTO mi sono incazzata espirando l'aria lunghissimamente e disperdendolo nel vento.
Non penserò più che, dopo il ristorante, avevo dato appuntamento a tutti nel cortile di casa per lanciare le lanterne volanti. Cinquanta lanterne che alla fine vista l'incazzatura sono rimaste in garage. Non penserò che prima di finire in bellezza la nostra festa, ho dovuto entrare in casa in tutta fretta perchè mi stavo pisciando addosso. Non penserò che il passaggio per il bagno era bloccato dai bicchieri. Non penserò a tutte coloro che mi hanno aiutato a svuotarli, le mie amiche, mia mamma e mia suocera, tutte accigliatissime e tutte mute concordi che era solo una gran stronzata. Non penserò alla sgradita sorpresa quando ho scoperto che erano entrati in camera. Non penserò all'incazzatura fotonica che mi ha fatto star male per due giorni.

No. No.
Tutto svanito nel vento.

'Non ho la febbre. Certo che puoi invitare i tuoi amici. Io amo tutti. Io sono zen. Give people a second chance. Piz and love, accidenti.'

(Prossima settimana vi racconto.)

giovedì 24 maggio 2012

Una ciliegia tira l'altra

Sabato scorso sono salita sopra l'albero di ciliegie a casa dei miei dopo aver visto che domenica faceva brutto e aver deciso di rimanere a casa a riempire vasetti di marmellata.

Sono arrivata che mia mamma era già sopra, come tutti gli anni, e mi ci sono arrampicata anch'io, da tradizione, perchè le scimmie della famiglia siamo sempre state io e lei, solo che quest'anno c'avevo il papà e il maritino che gentilmente da sotto mi urlavano di scendere intervallando un sacco di insulti perchè se cado poi muoio che sono a rischio emorragia che c'ho la cosa in testa che sono malata e palle varie. Finchè la mia dolce mammina, che ricordiamo è colei che, qualche mese fa, appena lasciato il mio capezzale da moribonda, nell'uscire dall'ospedale, ha simpaticamente ricordato ad amici e parenti affranti che 'oh che culo, siamo anche vicini all'obitorio', senza traccia di ironia ma con sorprendente lucidità e franchezza, ha zittito i nostri due uomini con un altrettante parole lucide e franche 'tanto se non muore per la Cosa muore di Alzheimer'.

La mamma della mia bisnonna era un'allegra donnina che veniva dal frizzante Brasile. Il padre, ancora giovane e single, era andato a trovare suo fratello che intorno al 1870 si era trasferito in SudAmerica, con l'intento di costruirsi una vita anche lui laggiù, solo che appena arrivato, un tifone, un terremoto o una non ben identificata calamità naturale si è portata via il fratello e tutti i suoi beni su cui lui contava di mangiare.
Così s'è sposato la cognata, se l'è caricata, e se n'è tornato da dove è venuto, alle pendici del Grappa, a bere appunto la grappa e a farsi ammazzare da una mucca.
Il mio racconto non può essere più ricco di particolari per ovvie ragioni, perciò non chiedetemene e prendete per buono ciò che vi dico, fosse altro xchè mi conoscete e può essere possibilissimo che un mio avo si sia fatto ammazzare da una mucca.

La mamma della mia bisnonna, la brasiliana, mise al mondo qualche marmocchio color caffelatte sbiadito, tra cui la mia bisnonna Elvira.
Rapidamente, nel piccolo paesello dove si erano trasferiti, da La Brasiliana, cominciarono a chiamarla La Brasiliana Matta, finchè, suppergiù mentre per il mondo tutti si scapicollavano per la Prima Guerra, non diventò la Matta e basta.
Quelli erano tempi dove i contadini prendevano le malattie per quello che erano, una banale fase della vita: La Matta, finchè riusciva a capirsi se ne stette nei campi, poi venne messa a letto, poi morì senza troppa considerazione.

Nonna Elvira crebbe i suoi fratelli, e poi crebbe i suoi figli, e anche mia nonna materna, Nonna Bernarda, e io l'ho conosciuta bene Nonna Elvira, mi portava sempre in camera sua a prendere dal cassettone le mentine di zucchero, e a mia sorella la convinse a buttare il ciuccio al cane, che a tre anni non stava bene tenere sempre il ciuccio in bocca, che ormai era grande.
Un giorno quelli del paese chiamarono il figlio grande di Nonna Elvira, dicendo che era tre giorni che Nonna girava per la piazza scalza, che non si ricordava chi era, che loro la riaccompagnavano nella vecchissima casa di famiglia, ma che poi lei tornava sempre in piazza.
Nonna Elvira morì l'estate del mio diploma, a 89 anni, in un ospizio nei colli del Grappa, circondata da un sacco di bambolotti e stringendo un Ciccio Bello tutto inzaccherato, che lei gli dava la sua minestra col cucchiaio 'ma sto putìn no el vol saverghene de magnar', brontolava sempre che il suo bimbo non voleva mangiare, cara. Era una donna dolcissima che, nonostante tutto ha avuto la fortuna di star male solo negli ultimi quattro anni di vita.

Nonna Bernarda ha cominciato a perdere la tramontana poco meno di due anni fa. Di anni ne fa 78 in autunno, e sembrerebbe che la campana sia suonata anche per lei.
Come ho scritto alla Pink, al mio matrimonio è venuta tutta chic, con l'abito bianco a fiori neri, le scarpe lucide, la piega fatta la mattina stessa, e i gambaletti con l'elastico grosso che la stringevano sotto le ginocchia, perchè 'non si ricordava dove aveva messo le calze', quando mia zia le aveva preparato i panni tutti assieme sulla sedia. Prende già le medicine, e sta bene nonostante tutto, ma il suo destino sembra comunque segnato.

E io e mia madre, che siamo, per ora, gli ultimi rametti di quell'albero genealogico, sopra il nostro albero di ciliegie, sabato scorso ci abbiamo riso su, perchè 'sarà fighissimo, tutti che impazziscono a starci dietro quando le vere pazze saremo noi', insomma, a far discorsi da matte già ora, ma poi abbiamo sospirato forte perchè a impazzire, dimenticare, perdere tutto quello che si ha, e soprattutto quello che si è, noi mica si ha voglia.

giovedì 17 maggio 2012

Forse è il caso che mi ri-svegli

E insomma, pensavo a MrMiliardo e a tutti i suoi miliardi. Ci pensavo perchè ieri era il suo compleanno, il cinquantunesimo per l'esattezza.
Io come al solito ero in giro, l'ho chiamato in giornata per fargli gli auguri, ma so per certo che: è venuto in ufficio, ha fatto sistemare un pò di cose, è stato sempre al telefono, a metà mattina ha spedito una 'signorina' - ovvero un'impiegata, come le chiama lui - a comprare le pastine, a pranzo ha mangiato fuori con la sempre impellicciata moglie, è tornato in ufficio, ha sparato un pò di cagate, è uscito a bere il suo chinotto con un paio di soci di una non specificata società delle sue, e alle cinque se n'è andato probabilmente dall'amichetta di turno prima di tornarsene a casa, infatti io che sono rientrata alle sei meno dieci per dargli un saluto non l'ho trovato e le 'signorine' mi hanno raccontato tutto ciò di cui sopra. Praticamente, pastine a parte, la sua giornata è stata tale e quale a tutte le altre.

Non che debba essere la Giornata Internazionale di MrMiliardo eh, ma.... SE IO AVESSI I SUOI SOLDI. Non avete idea di quante volte lo pensi.

Io intanto mi prenderei la giornata libera, ben sapendo che, pur essendo il capo, come tutti sono utile ma non indispensabile, e che mi avvalgo della massima collaborazione e fiducia di un sacco di 'signorine'.
Prenderei la mia famiglia, Cane e Gatto compreso, e andrei a fare una bella gita, al lago, all'Italia in miniatura, nei nostri bei colli, oppure, se mi sembrasse troppo middleman, o se il compleanno cascasse di venerdì o di lunedì, prenderei un aereo e me ne andrei a fare un bel weekend lungo. Porterei anche gli amici, e magari, se fosse un compleanno speciale tipo una cifra tonda, caricherei su anche le 'signorine', la colf e la babysitter delle 'bambine', che ormai le sue c'hanno 19 e 16 anni ma pare funzioni così, pure i figli di Brooke c'avevano la babysitter a quell'età, e allora anch'io.
Comprerei a tutti delle belle scarpe, e io quel vestito fucsia che ieri ho visto in vetrina da Belmondo, che secondo me mi sta benissimo ma che al mio attuale portafogli no.
Spegnerei il telefono per un giorno e magari due, oppure pagherei una persona che non conosco per rispondere alle telefonate, alla quale badereri bene di non affezionarmi, e che quindi non porterei via con me.
Noleggerei dei pullmini per poter fare tutte le gite tutti insieme, e se la meta fosse in riva al mare, pure una spiaggia privata.
La sera ci sarebbe una gran torta alla crema e cioccolato, annaffiata da litri di Franciacorta, mojito e per chi non vuole, una bevanda tuttisucchi shakerata con una goccia di sciroppo alla fragola, che viene una delizia. Si ballerebbe fino a notte, magari raggiunto un certo grado alcolico si farebbe pure il karaoke, e poi tutti a dormire nelle proprie camere con salottino privato, bagno con jacuzzi e servizio in camera.
Farei l'amore con il mio compagno, non mi servirebbe nessun 'amichetto di turno', perchè sarei già molto felice e soddisfatta così.
E alla fine, solo dopo aver fatto tutte queste cose ed essermi veramente goduta il frutto del mio lavoro e dei miei guadagni, allora tornerei a casa, pronta a ributtarmi sugli affari, fino alla prossima valida occasione per far festa.

Insomma al solito, chi ha pane non ha i denti, chi ha i denti non ha pane.

Nel caso mi capitasse na' botta di culo fotonica che c'ho pane da regalare, chi viene con me a festeggiare i miei compleanni?

lunedì 14 maggio 2012

Mercoledì 14 maggio 2009

Si consiglia prima di leggere questo post, e poi magari anche quest’altro. Non ne avete voglia, lo so, fa lo stesso dai.

"Caro Diario,
hai presente quando si sente dire ‘toccare il cielo con un dito’? Ecco, io lo sto toccando. Lo sento, lì, ciccioso, colorato di fresco, soffice, leggero ma pieno di energia: è il cielo, tutto intorno a me, dentro di me, sulla mia pelle. O forse è solo banale felicità.

Andiamo per ordine: domenica 11 maggio siamo andati, tutti e sei noi coinquilini marittimi, a cena in un ristorante di pesce, poco lontano dal nostro appartamento estivo. Lungo la strada, che abbiamo fatto passeggiando, CoinquilinoFelice si è reso conto di essersi inutilmente portato la giacca di pelle, perché faceva un gran caldo. Io mi sono quindi offerta di tenergliela, e l’ho portata in custodia tutto il tempo.
Almeno finchè non abbiamo mangiato, perché poi, piena di risotto alla marinara e cremina al mascarpone, i ricordi delle mie papille gustative hanno offuscato quelli della mia memoria a breve termine, cancellandone la cronologia. Dopo la cena, siamo quasi arrivati all’appartamento a recuperare le nostre cose per poi riprendere la strada di casa verso una nuova settimana lavorativa, quando sento CoinquilinoFelice che borbotta ‘oh ma io non avevo una giacca?’. La sottoscritta, che fino ad un nanosecondo prima stava ridendo sguaiatamente ad una sua inutile battuta, si blocca all’istante, sbianca, si fa uscire un sonoro ‘merda’ dalla bocca, e schizza sul suo tacco dodici caracollando verso il ristorante alla velocità della luce.
Per fortuna ho trovato sulla porta la cameriera che, senza una parola mi ha porto il giacchino con un dito, t’immagini se gliel’avessi perso, la figura???
Insomma, ho tirato un sospiro di sollievo e mi sono incamminata nuovamente verso l’appartamento per raggiungere tutti gli altri, e dopo qualche passo mi accorgo che è tornato indietro pure CoinquilinoFelice.
Tutta fiera di niente gli porgo il giacchino, mi ringrazia, ci mettiamo a camminare e neanche il tempo di dire chissà che memorabili massime, mi ritrovo la sua lingua in bocca.
La tal lingua, mi porta su su in quel cielo di cui parlavo prima, mi fa fare il giro dell’universo e mi riporta sul Corso della RidenteCittadinaMarittima in trenta secondi.

Sono rimasta ad occhi chiusi con la bocca a cuore lì in mezzo alla strada con un martello che bussava freneticamente al centro del mio petto e le orecchie piene di uccellini in festa, finchè non sento lui che ride e dice ‘bello, un bacio al gusto di pesce’.
Il mio ‘mi piace il pesce’ poteva sembrare un tantino fuori luogo, invece ha scatenato un’altra bellissima risata.

Il giorno dopo, lunedì, stavo seduta alla mia scrivania tutta imbambolata a pensare ad ogni singolo istante di quel meraviglioso bacio, di quanto le sue labbra si erano stampate a fuoco sulle mie, del nostro correre subito dagli altri ‘se no ci danno per dispersi’, del viaggio di ritorno in macchina del Gianlu, e del saluto generale a tutti sul cortile di casa, quando mi arriva un sms: ‘Che dici se una di queste sere ti porto a mangiare la pizza su quel postaccio in collina di cui parlavamo sabato in spiaggia? Io sono libero mercoledì se vuoi’.
Ora, ero un po’ delusa dal fatto che dopo il nostro bacetto fossimo tornati a casa e buonanotte ci vediamo prossimo weekend, ma subito la mattina dopo mi manda un messaggio, insomma, è un buon segno no? O forse non ho letto con sufficiente attenzione ‘la verità è che non gli piaci abbastanza', in verità non gli piaccio abbastanza da salire da me dopo un bacio ma rimandare ad un giorno qualsiasi della settimana in cui lui è libero. Sia quel che sia, fatto sta che ovviamente gli ho detto di si, e insomma stasera siamo usciti.
Io mi sono messa una camicetta bianca velata, da legare al collo con un fiocco e le rouches sulle spalle, castigata ma sexy grazie a quel vedo-non-vedo, jeans e ovviamente tacco. Lui bello, abbronzato, con la sua camicia lilla da 'sono talmente uomo che non ho paura dei colori pastello', e il suo solito sorriso smagliante.
Abbiamo mangiato questa pizza davvero squisita in questo postaccio veramente orrido, con le piastrelle anni '60, i tavoli di legno e le sedie di paglia, ma ci hanno dovuto spinger fuori con la scopa perchè ci stavamo consumando la lingua a furia di PARLARE, finalmente soli dopo quasi un mese insieme a tutti gli altri coinquilini, quattro settimane dove ho sempre voluto chiedergli mille cose guardandolo negli occhi e magari sfiorando la sua mano con le mie dita, quattro settimane dove mi sono riempita solo dei suoi sorrisi, del suo profumo, della sua essenza, quattro settimane dove mi sono completamente innamorata di lui.
E stasera era qui, con me, finalmente, e alla fine anche nel mio letto, che se lui voleva aspettare e uscire un'altra volta, io ho voluto fargli vedere la mia collezione di farfalle. L'ho fatto perchè sono stata guidata dall'istinto, da quello che vedevo nei suoi occhi, dall'odore che sentivo, dalla ferrea sicurezza che anche per lui ci sarebbe stato qualcosa in più; non ho voluto rimandare oltre e sono sicura di aver fatto la scelta giusta: non finirà qui.
Fosse altro perchè abbiamo altri 4 mesi di affitto marittimo pagato!!
Caro diario, non finirà qui, vero? Perchè lui è 'quello giusto', lui è 'lui', lui è splendido ed è quello che ho sempre aspettato."
-Candy's memories-

Tre anni e un matrimonio dopo, il mio cuore è ancora tuo, molto più di allora.
E continuo a stare lassù, nello stesso cielo azzurro e ciccioso dove riesci a portarmi ogni giorno.

martedì 8 maggio 2012

Mr Hide, esci da questo corpo

Che il 2012 non sia il mio anno è stato palese fin dal'inizio.
Anche se l'apparenza inganna, ve lo dico già chiaro, giunti al quinto e fiorito mese posso asserire con certezza che quest'anno bisesto, è un anno di merda.

Per anni mi sono barcamenata per riuscire a sopravvivere all'eterna lotta tra madre e figlia, con profonde crisi di amor filiale anche nei confronti del masculo genitore, per non parlare di un rapporto semi-inesistente con una poppante sorella. Ma si sa, la famiglia è la famiglia, e alla fine, volente o nolente, ne esci vivo e vegeto, sia dalle guerre intestine che dall'adolescenza.

Poi si parte con gli uomini, morosi, trombadores, amici, e piselli con una faccia non bene identificata sopra. Ma si sa, gli uomini sono uomini, morto un papa e se ne fa un altro senza troppi drammi, finchè, volente o nolente si trova quello giusto e chi in un modo, chi in un altro, ci si sistema con buona pace delle crisi ormonali.

Giunta agli albori del mio quarto decennio di vita (...vado un attimo a uccidermi, poi torno), scopro che non è finita qui, che è terribile e tutto, ma c'è una categoria con la quale mai pensavo avrei avuto alcuna sorta di problema: le amiche. Per la serie non c'è un attimo di pace.

Non bastava quella dell'anno scorso che ho sfanculato dopo dieci anni di amicizia perchè si è dimenticata del mio addio al nubilato, e che si è saputa "scusare" dopo circa un mese dal fattaccio con un sms venuto dal nulla che diceva più o meno 'non intrometterti più nella mia vita che tanto ormai ne eri già fuori da un pezzo';
Non bastava quella del mese scorso che è arrivata a chiedermi aiuto per trovarle casa xchè voleva lasciare il compagno, che poi quando è uscita fuori tutta la storia, lei è innamoratissima e sono io che ho ingigantito tutto;
Mò la Bob, la mia amica del piano di sopra, gran compagna di merende e tutto quanto, s'è incazzata perchè abbiamo preso un cane, a lei i cani non piacciono, e si sta inventando un sacco di storie per andarsene: lo facesse, tutto di guadagnato per lei che sono quasi quattro anni che si lamenta di qualsiasi cosa riguardi la nostra casa, sicuramente va a stare meglio, ma il fatto di andare a destra e a manca ad asserire che non vede l’ora di lasciare la nostra famosa Strada, togliermi il saluto e bloccarmi da fb (cosa che pare andare di moda, neanche più un sms di ciao si usa), mi ha fatto girare i maroni: risultato? Vittimismo e porte in faccia.

E vabbè.

Ma il punto non voleva essere questo, il punto è: cosa mi succede? Dove ho lasciato il mio buonismo a tutti i costi, la mia diplomazia, il mio ‘chissene, la vita è breve, restiamo tutti amici’????
Esticazz, appena provo sulla mia pelle che davvero la vita è breve, mando a quel paese la mia filosofia di vita del volemosebbbene sempre a tutti i costi che mi caratterizza fin dalla nascita e chiudo le porte a persone che fino a quel momento parevano fondamentali.
Davvero, non so cosa dire, se non che magari è la Cosa in Testa. O più semplicemente sono io che mi son rotta le palle di essere Candy La Passatemipuretuttisopraconuntirchetantofaniente.

Suggerimenti?